La corazzata HMS Conqueror apparteneva alle quattro navi della classe Orion ed era considerata in Gran Bretagna come la nave dei Super Dreadnoughts.
Lancio e progettazione:
Dopo che la Marina imperiale varò la prima nave della classe Helgoland il 25 settembre 1909, portando il calibro dell'armamento principale a 30,5 cm, la Marina britannica fu costretta a sviluppare anche corazzate di calibro maggiore.
Il 29 novembre 1909 iniziò la posa della chiglia della nave tipo HMS Orion. In questo tipo di corazzata, per la prima volta è stato utilizzato un calibro di 34,3 cm e l'armamento principale è stato collocato nella linea di mezza nave con le torrette anteriori rialzate. La costruzione dei cosiddetti Super Dreadnoughts in Gran Bretagna è iniziata con questa corazzata.
La classe Orion era limitata a quattro navi, e l'HMS Conqueror era l'ultima nave della sua classe.
L'HMS Conqueror fu lanciato il 1° maggio 1911 e messo in servizio il 23 novembre 1912.
Uso in guerra:
Dopo la messa in servizio e le prove di collaudo la nave è stata assegnata insieme alle altre tre navi della classe alla seconda corazzata della Flotta di casa con base in Scapa Flow.
Quando scoppiò la prima guerra mondiale, le navi rimasero nella squadriglia, ma furono assegnate alla Grande Flotta.
Quando le navi dovevano lasciare il porto il 27 dicembre 1914, l'HMS Conqueror fu speronato dalla nave gemella HMS Monarch ed entrambe le navi furono gravemente danneggiate. Per la riparazione completa le navi dovettero essere spostate a Devonport, dove il monarca poté ripartire il 20 gennaio 1915, seguito dal Conqueror nel marzo 1915.
Nella notte tra il 31 maggio e il 1° giugno 1916, il Conqueror partecipò alla battaglia di Skagerrak. Anche se la nave ha perso 57 granate in questa battaglia, non ha segnato un colpo, ma non è stato colpito in cambio.
Fino alla fine della guerra, nel Mare del Nord si fecero molti altri progressi, ma non ci fu più contatto con il nemico.
Ubicazioni:
Secondo le disposizioni dell'accordo sulla flotta di Washington del 1922, la Royal Navy doveva smantellare l'HMS Conqueror.
La nave fu poi venduta e demolita.
Dati della nave:
Nome: |
HMS Conqueror |
Terra: |
Gran Bretagna |
Tipo di nave: |
Corazzata |
Classe: |
Orion-Classe |
Cantiere: |
W. Beardmore & Co., Dalmuir |
Costi di costruzione: |
sconosciute |
Varo: |
1 maggio 1911 |
Messa in servizio: |
23 novembre 1912 |
Ubicazioni: |
1922 venduti e rottamati |
Lunghezza: |
177 metri |
Larghezza: |
26,9 metri |
Bozza: |
Massimo 8,2 metri |
Spostamento: |
Massimo 26.290 tonnellate |
Guarnigione: |
750 - 1100 uomini |
Guida: |
Parsons Turbine a vapore 18 Caldaie a tubi d'acqua Babcock e Wilcox |
Potere: |
22.000 PSw |
Velocità massima: |
21 nodi |
Armamento: |
10 × 34,3 cm (BL 13,5"/45 Mk. V) pistole in torrette doppie 16 × 10,2 cm (BL 4"/50 Mk. VII) pistole 4 × saluto pistole 4 × 3pdr 3 × 533 mm tubi siluro |
Corazza: |
Armatura della cintura fino a 300 mm |
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Aspetti marittimi della prima guerra mondiale
Quando si parla di Prima Guerra Mondiale nella mente appaiono immagini raffiguranti cruenti combattimenti terrestri, i gas, la sofferenza della vita in trincea o sulle montagne innevate, dimenticando che la Prima Guerra Mondiale ha avuto una dimensione marittima non secondaria rispetto a quella terrestre, anzi. Appunto in questo sta la peculiarità dell'opera, che guarda e interpreta gli eventi politico-strategici da un punto di vista marittimo, spesso trascurato da molti storici, che privilegiano una visione "terrestre" di quella grande tragedia, non evidenziando a sufficienza che essa fu per gran parte provocata dalla rivalità sui mari e risolta dall'esercizio del potere marittimo dell'Intesa. Prima ancora che si scatenasse il conflitto, infatti, quelli che sarebbero diventati gli opposti schieramenti si confrontarono duramente sul mare con la "diplomazia delle cannoniere", per assicurarsi la libertà di navigazione e il libero accesso alle fonti di materie prime, ponendo sostanzialmente le premesse per il successivo scontro armato. Dopo lo scoppio delle ostilità, la lotta sul mare ha influito in maniera determinante sull'esito della guerra stessa, tant'è vero che il dominio dei mari da parte dell'Intesa e dei suoi alleati ha impedito che le Potenze Centrali potessero disporre di regolari rifornimenti, causando la loro sconfitta per esaurimento delle risorse. In tale ambito, il ruolo strategico dell'Italia è stato estremamente rilevante, nonostante l'esiguità dei mezzi e la relativa modestia delle risorse. Attingendo da fonti inedite, ma sicuramente autorevoli, il libro ripercorre gli eventi politico-marittimi precedenti allo scoppio delle ostilità, narra gli aspetti strategici dei principali scontri navali e illustra le principali ripercussioni politico-strategiche del conflitto. A 100 anni dalla fine di quell'inutile strage, il messaggio che il libro vuole trasmettere, attraverso la descrizione e la lettura degli eventi politico-strategici, è che gli aspetti marittimi hanno influito in maniera determinante sia sull'esplosione del conflitto che sulle successive vicende terrestri e che la Grande Guerra, ancora oggi, ha ancora molto da insegnare a chi desidera comprenderne le motivazioni reali, per evitare di compiere gli stessi errori.
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